22 febbraio 2013
Torta al cioccolato
Mia figlia Claudia ieri ha compiuto 24 anni, ha trascorso una giornata piacevole: in libreria, acquistando libri con lo sconto dei punti accumulati da tempo, in un negozio di musica acquistando 2 cd con un buono regalatole nel giorno della sua laurea, in un negozio vintage, dove lavora saltuariamente, scambiando la sua retribuzione lavorativa con degli occhiali che le "stanno da Dio" e non potevo non farle trovare una semplice torta come del resto è semplice lei.
Torta al cioccolato, libere idee dal libro "L'ABC del cioccolato" di Julie Andrieu.
200 g.cioccolato con il 70% di cacao
150 g. di burro
130 g. di zucchero
5 uova
150 g. farina di mandorle
1/2 cucchiaino di cannella
Il cioccolato è stato sciolto a bagnomaria, mescolando lentamente ed aggiungendo il burro a piccoli pezzi, il tutto dovrà risultare un composto omogeneo.
I tuorli separati dalle chiare sono stati montati con lo zucchero e il 1/2 cucchiaino di cannella, ai quali è stato aggiunto il composto di cioccolato e burro e la farina di mandorle, la rotazione con la spatola ha portato ad ottenere un composto morbido.
Gli albumi montati a neve sono stati aggiunti con movimenti lievi dall'alto al basso e viceversa al composto precedente. Una tortiera imburrata di 20 cm. di diametro ha accolto il tutto.
Il forno era già acceso a 180° e la torta è stata posta nella parte alta del forno per 30 minuti
I libri, le riviste, le ricette estrapolate
I tantissimi libri di cucina, raggruppati per argomento, si sono fatti spazio in casa e ne hanno preso possesso; sono dei coinquilini silenziosi di grandissima compagnia sempre pronti a dare una mano al bisogno ed, infatti, mai lasciati in pace. Vengono letti e riletti, estrapolati, appuntati.
Il loro uso è divenuta una costante, sono pronti a sciogliere dubbi e qualche volta a farli venire, ma stimolando la ricerca riescono a rendere entusiasmante la risoluzione dei problemi.
.
Non ci sono solo i libri, ma anche le amiche riviste per cui negli anni ho avuto sentimenti mutevoli: a causa di certi cambiamenti nel look e nel contenuto, si è passati spesso dal grande amore all'assoluta indifferenza. Di alcune riviste sono sopravvissuti soltanto fogli sciolti, i più interessanti, mentre il corpo ha alimentato il fuocherello del camino, facendosi cenere, oppure è finito nei cassonetti dietro casa. Dispiace, ma altrimenti l'invasione sarebbe totale.
Le letture e le sbirciate hanno fatto sì che il mio piccolo" bagaglio" si ampliasse, che l'interesse s'intensificasse e che diversi quadernoni si riempissero di appunti, di trascrizioni e ricette a cui spesso però dimenticavo di annotare l'autore. Chi aveva avuto la grandissima idea di abbinare quell'ingrediente così speciale a quella zuppa? Chi era andato alla ricerca di quel legume così raro, ormai perduto, tanto da fare si che la coltura riprendesse sorprendentemente vigore?
Si sono susseguite numerose prove e tentativi di emulazione, alcune volte riuscite alla prima, altre abbandonate e poi riprese per essere abbandonate di nuovo, un po' come in un rapporto conflittuale fra amanti.
Queste pagine di appunti, nate per ricordare idee e soluzioni, senza oppure con il nome dell'autore, di cui spesso però si finisce per dimenticarsi ugualmente, rappresentano bene quello che intendo per cucina: un patrimonio universale, senza diritti di proprietà.
Nei miei post dunque si parla di me, ma allo stesso tempo si parla anche di altri, di tutti quei cuochi o giornalisti che siedono stipati tra la polvere dei miei scaffali e di quelli che a loro volta sono stati d'ispirazione a quest'ultimi, sarebbe stupido negarlo, siamo arrivati così lontano con la sperimentazione e la ricerca che nessuno può più dire di aver inventato qualcosa, nessuno può più usare aggettivi come mio o tuo in cucina.
Si tratta sempre e comunque di trovate collettive.
Quando cucino ci metto del mio, è vero, spesso ho delle intuizioni, ma non ho la presunzione di pensare di essere stata la prima, tuttavia quest'aspetto, ovvero la non esclusiva paternità di certi accorgimenti, non mi impedisce di parlarne con voi.
La ricetta, infatti, sarà sempre della nonna, le dosi le stesse consigliate dal famoso pasticcere e la variante come minimo sarà quella regionale. E allora? Che importa? Vorrà dire che così è più buona.
Il loro uso è divenuta una costante, sono pronti a sciogliere dubbi e qualche volta a farli venire, ma stimolando la ricerca riescono a rendere entusiasmante la risoluzione dei problemi.
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Non ci sono solo i libri, ma anche le amiche riviste per cui negli anni ho avuto sentimenti mutevoli: a causa di certi cambiamenti nel look e nel contenuto, si è passati spesso dal grande amore all'assoluta indifferenza. Di alcune riviste sono sopravvissuti soltanto fogli sciolti, i più interessanti, mentre il corpo ha alimentato il fuocherello del camino, facendosi cenere, oppure è finito nei cassonetti dietro casa. Dispiace, ma altrimenti l'invasione sarebbe totale.
Le letture e le sbirciate hanno fatto sì che il mio piccolo" bagaglio" si ampliasse, che l'interesse s'intensificasse e che diversi quadernoni si riempissero di appunti, di trascrizioni e ricette a cui spesso però dimenticavo di annotare l'autore. Chi aveva avuto la grandissima idea di abbinare quell'ingrediente così speciale a quella zuppa? Chi era andato alla ricerca di quel legume così raro, ormai perduto, tanto da fare si che la coltura riprendesse sorprendentemente vigore?
Si sono susseguite numerose prove e tentativi di emulazione, alcune volte riuscite alla prima, altre abbandonate e poi riprese per essere abbandonate di nuovo, un po' come in un rapporto conflittuale fra amanti.
Queste pagine di appunti, nate per ricordare idee e soluzioni, senza oppure con il nome dell'autore, di cui spesso però si finisce per dimenticarsi ugualmente, rappresentano bene quello che intendo per cucina: un patrimonio universale, senza diritti di proprietà.
Nei miei post dunque si parla di me, ma allo stesso tempo si parla anche di altri, di tutti quei cuochi o giornalisti che siedono stipati tra la polvere dei miei scaffali e di quelli che a loro volta sono stati d'ispirazione a quest'ultimi, sarebbe stupido negarlo, siamo arrivati così lontano con la sperimentazione e la ricerca che nessuno può più dire di aver inventato qualcosa, nessuno può più usare aggettivi come mio o tuo in cucina.
Si tratta sempre e comunque di trovate collettive.
Quando cucino ci metto del mio, è vero, spesso ho delle intuizioni, ma non ho la presunzione di pensare di essere stata la prima, tuttavia quest'aspetto, ovvero la non esclusiva paternità di certi accorgimenti, non mi impedisce di parlarne con voi.
La ricetta, infatti, sarà sempre della nonna, le dosi le stesse consigliate dal famoso pasticcere e la variante come minimo sarà quella regionale. E allora? Che importa? Vorrà dire che così è più buona.
07 febbraio 2013
2° Ricetta per i giovani: Lasagna, due salse
Ho sempre considerato la lasagna un piatto speciale, di quelli che non è normale trovare in tavola e che quando ci sono ti chiedi: " e oggi che si festeggia?", un piatto da occasione, molto spesso ambasciatore di buone notizie. Quando ero piccola la preparazione della lasagna durava una mattinata intera: la mamma e la nonna, di buon ora, si mettevano ai fornelli e la casa s'inebriava di quegli odori inconfondibili. Il mattarello scivolava nella tavola e la sfoglia prendeva forma. Un rituale che sapeva di festa e che caricava l'aria di buon umore, oltre che di buon odore.
Adesso fare una lasagna non è più tanto speciale: anche "Lei", come tante altre sue colleghe, dal tavolo della nonna è finita negli scomparti dei surgelati per poi risorgere dai forni a microonde. E sembra dire: "la festa è finita!". Eppure il caso della lasagna pare ancora più complesso. Anche gli addetti ai lavori sembrano esserne dimenticati, sono pochissimi i food blogger che ne parlano. Questo silenzio sembra consacrare il piatto a noioso e retrò. Come sempre in cucina, però, il segreto sta nell'equilibrio e negli ingredienti, e, quindi sì, anche la lasagna si merita il suo momento.
Quella che vi propongo non è la ricetta tradizionale, ma una versione moderna con il radicchio e l'acciuga.
Ricetta.
Si può iniziare facendo la sfoglia e la macchina ci può aiutare nello stendere lunghe strisce da tagliare in quadrati regolari, ci possiamo anche avvalere di quello che ci offre il mercato ce ne sono di tutti i tipi, lisce, ruvide, fresche, secche, da e non cuocere. Se decidiamo di farlo a mano vi segno gli ingredienti:
Per 4 persone:
200 g. di farina 0
2 uova
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
Sale.
La besciamella è l' altro ingrediente fondamentale,per questa non ci sono opzioni, va fatta, non ci possiamo far attrarre da quelle confezionate, sono collose e di sapore amaro, quindi:
Per 1 litro di latte intero
80 g. di burro
80 g. di farina
Noce moscata
Sale
Messo il latte salato e aromatizzato con la noce moscata a scaldare, non importa arrivare al bollore, prendiamo un'altro recipiente con un fondo abbastanza spesso e vi mettiamo il burro a sciogliere, aggiungiamo la farina che lasciamo cuocere e imbiondire, mentre giriamo con una frusta non abbandonando mai il composto, aggiungiamo anche il latte ormai caldo e sempre rigirando facciamo cuocere per 4/5 minuti.
A distanza di giorni la lasagna l'ho fatta con due salse diverse: con il radicchio e acciuga e con i carciofi, devo dire che il gradimento è stato alto per ambedue.
Salsa di radicchio
Radicchio trevigiano 2 cespi
Cipollotti freschi 2
Acciughe 3 dissalate
Olio extravergine di oliva 2 cucchiai
Sale
Tagliati fine fine i cipollotti e i cespi di radicchio sono stati cotti nell'olio a fuoco lento con l'aggiunta di qualche cucchiaio di acqua per tenere il composto sempre morbido.
Le acciughe, crude a piccoli pezzi, sono state aggiunte alla besciamella nello strato di mezzo della lasagna.
Salsa di carciofi
Carciofi 6
Porri 1
Foglioline di timo fresco
Olio extravergine di oliva
sale
Togliamo le prime foglie dure dei carciofi e li mettiamo in acqua fredda e limone in un recipiente capiente, per non farli annerire, li tagliamo finissimi e li mettiamo a cuocere insieme alla parte bianca del porro, anch'esso tagliato finissimo, con l'olio extravergine di oliva. Li portiamo a cottura, aggiungendo acqua se vediamo che il composto è rimasto troppo asciutto. A fine cottura aromatizziamo con le foglioline di timo.*
*Mi dilungo nei particolari e in alcuni passaggi che per gli addetti ai lavori possono sembrare scontati, ma per i miei figli e per i loro amici che mi leggono lontani da casa, è un metodo d'insegnamento usando il loro grande strumento di comunicazione.
Confezione della lasagna
Se la pasta è fresca, fatta da noi, dobbiamo cuocerla in abbondante acqua salata e poi fatta asciugare in un canovaccio, se invece l'abbiamo comprata dobbiamo leggere le istruzioni nella confezione, ma di solito non viene cotta e allora la besciamella deve essere abbastanza liquida e più abbondante.
Nel fondo della teglia mettete uno strato di besciamella, sopra i fogli della pasta,poi il ripieno, poi la besciamella e così fino al riempimento totale della teglia, terminate con una grattata uniforme di parmigiano, che vi farà avere la crosticina superiore.
Il forno già caldo a 200° accoglierà la lasagna e spegnetelo quando vedete che la lasagna si sta gonfiando ed ha fatto la crosticina nella parte superiore.
Buon Appetito!
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