29 marzo 2011

Un tapiro al Gambero Rosso


"Ma che la mi combina Signor Gambero Rosso" direbbe Valerio Staffelli con in mano il Tapiro d'oro

Vi devo dire la verità erano diversi anni che non compravo più il Gambero Rosso, ma oggi, che
mi sono lasciata abbindolare, più dall'inserto, che dalla copertina della rivista, mi sono resa
conto che ho fatto un terno al lotto (ho risparmiato un sacchetto di soldini).

La rivista contiene 290 pagine e 111 sono di pubblicità a pagina intera, di vini (un buon 90%),
10 a metà pagina e più scandaloso nella rubrica "il gambero verde" si parla di riso e a fondo
pagina c'è la pubblicità di un marchio di riso biologico.

La grafica imbarazzante; si incomincia a leggere un'articolo e si continua con leggere la pubblicità,
tanto le due cose sono in simbiosi. La confusione è veramente da giornalino goliardico.

Viene da chiedersi: ma di questi 111 vini pubblicizzati come si sta con i redazionali, e le guide allora?

Non voglio rispondermi, altrimenti si andrebbe molto lontano.
Volete sapere quale Gambero Rosso rimpiango: l'inserto del Manifesto.

Riflessioni a voce alta di un comune lettore.

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