25 novembre 2012

1° Ricetta per i giovani: Zuppa di verdure

Acquistiamo la verdura fresca e rispettiamo la stagionalità.

Ingredienti per 4 persone:

Fagioli bianchi cannellini secchi o borlotti 250g.
Carota 2
Coste di sedano 2
Cipolla 1
Patate 3 di media grandezza
Cavolo Verza 1/2
Cavolo Nero 10 foglie ( 1 pianta piccola,  non reperibile in tutte le regioni)
Broccoli  1 di media grandezza
Bietola 1 mazzetto piccolo ( 10 foglie )
Porri 2
Zucca gialla 300g.
Spinaci  1 mazzetto piccolo ( 10 foglie )

Ho messo queste verdure in forma indicativa, ma voi potete variarle a piacimento a secondo dei vostri gusti si può favorire più i cavoli e diminuire le verdure fogliate come bietole, spinaci. Anche per colore:  prediligete l'arancio? Andate pure con carote, zucca gialla e la patata e la cipolla, che non sciupano il monocolore.

La ricetta

I fagioli possono essere cotti insieme alle altre verdure o a parte, se si opta per la seconda 
si può usare anche l'acqua dove sono stati cotti per allungare la zuppa se rimane senza liquido. Li mettiamo, dopo averli lavati, in un recipiente capiente, perchè dopo cotti aumentano,  l'acqua fredda deve superarli di quattro volte così siamo sicuri che non si asciugano e anche perché, come abbiamo accennato l'acqua di cottura dei fagioli è il cuore della  zuppa.  Fagioli, acqua fredda a cuocere lentamente, devono " sobbollire " cioè " cuocere la vivanda a ebollizione appena percettibile " così che i fagioli non abbandoneranno la loro buccia. Salate, un pizzico con tre dita di sale grosso e assaggiate è molto importante per capire la cottura e la sapidità.
A fine cottura metà fagioli interi e l' altra metà, ridotta in purea con il passaverdura, possono essere aggiunti alla zuppa ormai pronta, mancante dell'ultimo bollore giusto con questo ingrediente.

Le verdure che avete scelto per la vostra zuppa vanno lavate accuratamente e tagliate, 
quelle a foglia a strisce, le altre a tocchetti: per esempio una patata la tagliate a metà,
le due metà le tagliate ancora nel mezzo e poi con i bastoncini ricavati fate dei piccoli tocchetti di un centimetro (indicativamente) e così per le carote, zucchine....
Tutte le verdure tagliate e raccolte insieme le trasferite in una capiente pentola senza olio 
solo acqua che le ricopra tutte di tre centimetri, salate con due pizzichi di sale grosso e mettete a cuocere a fuoco medio facendo attenzione cosa succede al primo bollore, se l'acqua si alza troppo abbassate il fuoco e potete tranquillamente allontanarvi e tornarvi ogni tanto per dare uno sguardo e una rigirata.
Se la zuppa rimane in mancanza di liquido troppo presto, potete sempre usare la suddetta acqua di cottura dei fagioli che le dà sapore. 
Assaggiate sempre per stabilire la cottura delle verdure e la sapidità e, ultimo tocco, l'aggiunta dei fagioli cotti e della purea che donerà consistenza  cremosa.
Al momento che la zuppa è nel piatto si aggiunge l'olio extravergine di oliva e  se volete una passata con il mulino del pepe; per chi non ne può fare a meno, una grattata di parmigiano.

La zuppa non è stata finita, ne è rimasta qualche porzione? Niente paura, quando la vogliamo rimangiare si può mettere in una pirofila del pane casalingo tagliato a fette sottili sopra la zuppa, un filo d'olio extravergine e la passiamo in forno fino a quando non si è scaldata. Tranquilli!  Buonissima anche il giorno dopo.




04 novembre 2012

Autunno, freddo, castagne

Giornata piovigginosa, fredda, il caminetto acceso per stiepidire l'aria della casa, facilmente ci riavviciniamo ai gesti prettamente invernali, potare gli alberi, tagliare la legna, prepararla in cataste coperte, pulire le canne fumarie, la raccolta delle olive e fra qualche giorno le bruschette estive con i pomodori saranno sostituite da quelle con l'olio nuovo.

Ma nel frattempo il caminetto è acceso, la vecchia padella di ferro con i buchi è a portata di mano e alle castagne serve solo fare un piccolo taglio trasversale. Un buon bicchiere di vino rosso ci fa compagnia
mentre aspettiamo che la cottura arrivi a compimento.

I miei pensieri tornano indietro: bambina negli anni '60 nella mia città c'è una Piazza, una grande Piazza
dove si soleva giocare, ritrovarsi dopo la scuola e passare le estati e l'inverno in compagnia dei coetanei, degli amici di scuola, i genitori ci lasciavano andare da soli con i pochi spiccioli per la merenda.
C'era sempre un piccolo banchetto, prima dell'avvento dell'HCCP, che cuoceva le caldarroste e noi
con il piccolo cartoccio, prima ci scaldavamo le mani e poi iniziavamo il rito: sbucciavamo la castagna facendo a gara per chi faceva prima, quella dannata pellicina.....ogni tanto ci impediva il risultato.

Clienti fissi, tutti i giorni, era la nostra merenda e la signora, non mi ricordo più il suo nome, conosceva i nostri orari ed eravamo gli ultimi clienti della sua lunga giornata, dopo di noi raccoglieva i suoi attrezzi di lavoro e, aiutata dal marito, lasciava la Piazza spingendo il piccolo carretto fino al deposito in una  viuzza  lì vicino. Il suo volto è ancora ben presente nella mia mente, avvolta da una sciarpa di lana che le incorniciava il viso , sempre segnato dal freddo nell'espressione, le mani con i guanti tagliati che lasciavano uscire le ultime falangi delle dita per avere più agibilità a  toccare le castagne.

Vendeva anche il granturco per i piccioni e d'estate le banane.

03 novembre 2012

Quindi a lavoro

Che vergogna, ho la senzazione di essere sui banchi di scuola senza aver fatto i compiti e di lì a poco sapere che sarai interrogata. Molte volte mi sono affacciata su questa pagina, bianca, e non sono riuscita a riempirla. Brutto periodo, altre cose da fare.  Devo riprendere in mano....mi veniva da scrivere il foglio, ma devo solo rincominciare a battere i tasti, riprendere in mano la macchina fotografica e mettere dietro le spalle pigrizia e scoraggiamento.

Non ci sono state vacanze a distrarmi, le vacanze intese con le valigie non ne ho fatte, ma mi sono presa un momento di ripensamento, può succedere che anche ad una certa età non si sappia cosa farne della propria vita, non capita solo agli adolescenti.I figli, che giustamente fanno programmi, partono per luoghi lontani con la speranza di aggiungere al loro bagaglio di cultura e esperienze quel qualcosa in più per trovare un buon posto di lavoro.  L' augurio è di  un'occupazione  che li renda  felici. Avere un lavoro, svolgerlo con il sorriso, credo non si possa chiedere di più.

Rimanere soli con se stessi molte volte è devastante. Quanti giorni, sognando la loro crescita e la loro indipendenza ho pensato che potesse coincidere con il riappropriarmi completamente della mia vita, intesa come: " ahhh! adesso posso fare tutto ciò che voglio! " Ma quando si sono passati anni ed anni a pensare agli altri, è troppo poco pensare solo a se stessi.

Proprio ai giovani voglio dedicare una parte del blog, perchè, lontani da casa sono loro che hanno più bisogno di consultarlo per trovare ricette, facili, gustose, non molto elaborate, che li invitino ad evitare il tutto pronto dei supermercati.

Dobbiamo dire che sono stati abituati a mangiare bene, le nonne, le mamme non hanno fatto mancare loro nulla dal punto di vista culinario, le loro timide domande tendono a  riconquistare  quei sapori che momentaneamente mancano nelle loro tavole.
Sono domande semplici che, con la pratica del mestolo,  diamo per scontate. Le dosi, le misure, gli utensili, gli ingredienti, girare non girare, aprire non aprire il forno non sempre è sottinteso, la prima volta che ho detto " mantecare ", riferendomi ad un risotto,ho visto il volto della persona  che mi stava di fronte, cambiare espressione. 

Quindi a lavoro.

23 luglio 2012

I pici, non mangiateli al ristorante




Pici x 4
500 gr farina, di cui 300 di farina ‘00’ e 200 di semola di grano duro
1 cucchiaio di extra-vergine di oliva
Acqua tiepida q.b.

Per la preparazione disporre la farina a fontana e aggiungere l’olio e poco alla volta l’acqua, cosi da realizzare l’impasto, non ci sono dosi precise ma si deve interrompere l’aggiunta di acqua quando l’impasto raggiunge la consistenza necessaria, valutate quella del lobo inferiore del vostro orecchio e sarete in linea con la consistenza richiesta, impastare energicamente per un paio di minuti, senza aggiungere altra farina se non quella per evitare che l’impasto si appiccichi alla spianatoia, fatto questo, avvolgete l’impasto nella pellicola trasparente e ponete in frigo a riposare per circa mezz’ora. Adesso, prelevando piccoli pezzi di pasta, la metà di una noce, per esempio, realizzate i pici facendo scorrere le mani sopra il pezzetto di pasta e rendendo questo " simile " a uno spaghetto, sottile abbastanza, circa 3 o 4 mm di diametro. Cercate di produrre pici di grandezza uniforme per non avere problemi con la cottura. Appena realizzati i pici, spolverateli leggermente con un po’ di farina per evitare che si attacchino fra loro e alla spianatoia, non potete conservarli, ma dovete cuocerli immediatamente, perché asciugandosi si spezzano e contemporaneamente la parte interna più umida comincia a fermentare. In realta c’è anche un modo per conservarli ma adesso non ve lo dico, se lo volete sapere fate il corso di cucina da me!


Dopo la lettura della ricetta viene da riflettere sulla diffusione della parola pici nei menù dei ristoranti, e
nella apparizione degli stessi nelle vetrine dei negozi di vendita dei prodotti tipici, nei supermercati, nei panifici. Frequentemente la loro fattura è somigliante ad un grosso spaghetto, uno uguale all'altro dalla cottura lunghissima con una certa tendenza ad impoltigliarsi, con prezzi altissimi di vendita giustificati da fatto che trattasi di formato particolare e regionale.
Il mercato praticamente offre un surrugato del prodotto e pochissimi sono i ristoranti che tengono una persona impegnata alla fattura degli stessi nelle loro cucine, anche perchè, considerando il prezzo del costo del lavoro, quanto dovresti far pagare un piatto di veri pici?
Che cosa succederà alla nostra tradizione?

22 luglio 2012

Pesto

E... già, pesto, non dite subito ricetta scontata, la rete in questo periodo brulica di pesti, ma i 3, scritti da Babs,  hanno stuzzicato la mia fantasia e mi sono sbilanciata ad annunciarle che le avrei comunicato la riuscita del mio.
Le ho detto che avrei usato un'erba della mia terra, più precisamente usata da noi toscani in varie preparazioni: mi vengono in mente le chiocciole, che mio padre cucinava con cura certosina, a cui cercava di abituarmi e la ricerca del sughetto che le accompagnava insaporito da queste piccole foglioline.  E' il dragoncello. Pianta di non facilissima coltivazione, i semi sono sterili e quindi  riprodotta per separazione dei cespi, ho letto  che ci delizia di piccoli fiorellini, che dopo un anno in mio possesso non ho ancora visto.
In casa c'era anche una pigna di pino che aspettava solo di essere usata in un pesto, colma di pinoli e recapitata a casa da mio marito sapendo che i pini intorno a noi quest'anno avevano deciso di lasciarci senza semi.

Pecorino toscano stagionato e insaporito con pepe nero è l'altro ingrediente aggiunto

L'aglio non l'ho fatto mancare

L'aggiunta di granella di mandorle ......e poi ho pestato aggiungendo, a filo, olio extravergine di oliva
sale, pepe.
Lo abbiamo assaggiato con la pasta, le chiacchere ci hanno portato a considerare la possibilità, a cena, di provarlo con i fagioli cannellini bolliti che gradiscono tali condimenti.

20 luglio 2012

Il pane diventa panzanella insieme a.....

....pomodori, basilico, cipolla, olio, sale e pepe.  Che colori e che bontà. In questo periodo è presente 
in tutte le tavole toscane, è un apri pasto, un piatto unico, sostituisce la pasta.....piacevole la croccantezza del cipollotto,  che compensa la morbidezza del pane bagnato, il pomodoro con il basilico insaporisce il tutto, il tutto esaltato dall'olio di oliva extravergine toscano.

Panzanella x 4

400 gr di pane toscano raffermo
300 gr pomodori ben maturi
2 cipolle
2 cucchiai di aceto di vino
extra-vergine di oliva , foglie fresche di basilico, sale, pepe q.b.

Utilizzare un grande recipiente dove mettere un paio di litri di acqua, l’aceto e il pane raffermo in pezzi e lasciare per 10 minuti.
Tagliare la cipolla finissima e i pomodori a pezzi, sminuzzare con le mani qualche foglia di basilico, mettere tutto in una insalatiera, condire con sale e pepe.
Strizzare forte il pane ammollato e aggiungerlo nella insalatiera, mescolare bene, sporzionare nei piatti e condire con extra-vergine.

19 luglio 2012

Finalmente a cucinare nella nuova cucina, che cosa ? Ma vedete un po' ?

Dopo mesi di ristrutturazione la nuova cucina è pronta, c'è un senso di timore a pensare di usarla, tutto nuovo, quasi paura, l'abbiamo pensata tutti insieme, intendo la mia famiglia e ognuno di noi ha posto le proprie idee e le proprie critiche e piano piano è cresciuta sotto i nostri occhi, si è materializzata.

Prima della ristrutturazione era una terrazza con tetto che è stata chiusa con dei vetri, mantenendo la grande vista che si gode dai tre lati, è stata studiata anche per farvi dei corsi di cucina e proprio davanti ai fuochi si apre la grandissima visuale della città in lontananza.

Si gode l'alba ed il tramonto e la luce è la grande protagonista di questa stanza, penso che in inverno sarà lì il nostro nutrimento,  non solo materiale.

E' da qui che saranno cucinati i futuri manicaretti e da qui saranno descritti su questo blog.



09 luglio 2012

Melanzane, in questo periodo, sempre e comunque

Non ci posso ancora credere come sia potuto avvenire, ma ho scoperto il gusto della melanzana da grande! E' stata assaggiata e mai più messa in bocca per molti anni, era la consistenza dell'ortaggio che mi risultava fastidiosa. La cucinavo per gli altri ne godevo della lusinga dei piatti, ho fatto dei ravioli con ripieno di melanzana e formaggio di capra conditi con zucchini e fiori degli stessi, che potevano essere da oscar, come diceva un mio cliente e amico inglese. Poi un giorno, mentre le friggevo insieme agli zucchini, ne ho messa in bocca una ed ho goduto di questo sbaglio. Che grande amore che è sorto, aspetto con trepidazione la stagionalità ed è così grande la versatilità di questo ortaggio da creare  connubi con tanti sapori contrastanti.

Nell'ultimo Sale & Pepe sfogliato mi sono imbattuta in una " caponatina alla palermitana "non ho saputo resistere dal provarla e divulgo la ricetta anche a chi si è diment icato di acquistare la rivista
o sul momento non vi ha fatto caso.

Caponatina alla palermitana
Melanzane 2
Cipollotti 3
Costa di sedano 1
Pomodori 4
Capperi 2 cucchiai
Uvetta 2 cucchiai
Olive denocciolate
Granella di mandorle
Pinoli
Aceto bianco 50ml.
Zucchero 1 cucchiaio
Foglie di basilico
Olio, sale, pepe

Le melanzane a dadini di 1 cm. vanno fritte,  le cipolle vanno fatte appassire, il sedano tagliato a losanghe e privato dei filamenti scottato in acqua salata, i pomodori privati della buccia fatti a dadini.

Alle cipolle appassite si unisce il sedano, l'uvetta, i pomodori, lo zucchero, l'aceto e il basilico e lasciamo cuocere per 10 minuti, dopodichè si uniscono le melanzane, le olive, i pinoli, i capperi si lascia ancora cuocere per 10 minuti salando e pepando a piacimento.

Si può servire tiepida cosparsa dalla granella di mandorle.


25 giugno 2012

Baccalà all'alentejana

Ci sono giornate che filano via velocemente, monotematiche non vengono attraversate da imprevisti
la mattina iniziano e proseguano come le avevi pensate, alcune volte vengono anche  definite noiose,
ma che ad una certa età sono le più desiderate. Guarda caso la metodicità è una prerogativa dell'età avanzata, il cuore non sopporta più i sobbalzi dell'imprevisto e ci si augura che tutto proceda con la calma ormai meritata.  C'è chi a tutto questo non si rassegna, chi per natura il cuore lo deve sentire ballerino, chi supplisce al proprio lavoro con altri lavori che vengono chiamati hobbies, la mente non si placa si devono trovare nuove preoccupazioni, nuovi stimoli, le mura della casa sono soffocanti tengono prigionieri i nostri gesti e i nostri pensieri le attraversano fino a raggiungere obbiettivi lontani.

Dobbiamo inventare nuovi angoli dove rifugiarsi e, con l'esperienza della vita vissuta fino ad ora,
aprirsi a nuovi contatti e realizzare, inventare, godere, lasciarsi andare, far fruire i nostri desideri
e senza l'angoscia della prestazione dipingere, cucinare, tagliare, cucire, recitare, cantare, scrivere....

Vivere, vivere, vivere

In cucina oggi il baccalà all'alentejana* la ricetta è stata letta nel volume di Guido Tommasi Editore
scritto da Giovanni de Biasio con titolo Baccalà trovo che sia doveroso citare la fonte della ricetta, anche perchè non ho cambiato niente. Anzi, se non rientra nella vostra biblioteca, questa perla vi dovrebbe incuriosire ad andare prontamente a sfogliarlo.

Il baccalà lo teniamo in ammollo in acqua i classici due giorni, cambiando l'acqua più volte al giorno,
poi lo scottiamo per 5 minuti, lo spelliamo e lo spezzettiamo, togliamo anche le lische. Lessiamo  anche le patate con la buccia, due uova rendiamole sode.
In una teglia da forno, unta d'olio, poniamo a strati il baccalà, le patate e le uova sopra l'aglio tritato e il coriandolo fresco, cosa che non avevo, quindi ho pestato quello secco sale pepe e ancora olio
Si inforna a 200°C per 10 minuti e si completa con le olive nere sminuzzate.

L'ho trovato molto buono, noi lo abbiamo gustato tiepido.


*Alentejo è una regione del Portogallo










20 giugno 2012

Borragine

Il gatto è appoggiato al muretto di recensione della casa, se ne sta all'ombra riposandosi, le gambe sono stese nell'asfalto, davanti a lui, un topino. Gira su se stesso con fare convulso, lo stupore mi ha pervaso
non capivo il gatto non capivo il topo. Come mai il gatto se ne sta così fermo davanti alla preda di periodi lontani e come mai il topo non fuggiva davanti all'antico predatore?
Cercavo di poter immortalare tutto questo che all'inizio mi sembrava di una stranezza fantascientifica e mi veniva da sussurrare: allora è vero "anche i gatti sono cambiati ", ma al momento che il gatto si è accorto della mia presenza ed è scappato via mi sono resa conto che era tutto un gioco, che il gatto si era divertito e il topino ne aveva subito le conseguenze ed era rimasto lì a continuare la sua giostra, fino a rimanerne vittima.

La borragine è nata insieme ai semi dei fiori blu messi in terra a marzo ed è stata usata subito per
arricchire la nostra tavola,


I piccoli fiorellini, posti alle sommità delle cime ramificate, sono diventati un aromatizzante per i pomodori, insieme all'aglio elefante.
Mentre le foglie, cotte e insaporite nell'olio hanno fatto la base per un gustoso risotto


29 aprile 2012

Siamo numeri

E' arrivata la cucina e un'altra stanza sta prendendo la quasi forma definitiva, non c'è mai niente di definitivo, a me piacciono i cambiamenti, i rinnovamenti;  devo dire che in questo ultimo anno di cambiamenti ce ne sono stati anche troppi adesso ci sarà un assestamento, un riordinamento delle idee
e tutto dovrebbe prendere una forma vivibile.
Comunque la cucina è montata, ma non ancora funzionante, si infatti i montatori si sono dimenticati di passare alcuni fili della corrente (frigorifero, microonde), che essendo adesso l'imperativo " niente fili in vista ", voglio proprio vedere che cosa dovranno fare, rismontare tutto!! Ahhh per rintracciarli non vi dico, l'Ikea dà in appalto il trasporto che a sua volta dà in appalto la montatura! Oggi è sabato tutto fermo. Ormai non mi si dice niente di nuovo in questi ultimi mesi ho veramente toccato con mano il detto " di  tutto di più ". Giusto un'ora prima c'eravamo resi conto che il trasportatore non aveva lasciato il miscelatore e parlare con i call center è snaturante per loro e per noi, non trovi mai il numero adatto al tuo problema quindi cerchi di parlare con l'operatore di turno, te a, tua volta, sei un numero che, rintracciato, corrisponde a un nome che non dice assolutamente niente a colui con cui stai dialogando. E' tempo perso!
Snaturati i rapporti sociali cerchi di spiegare le tue ragioni a chi fa un lavoro che di ragione avrebbe solo quella di non rispondere più ad un telefono per il resto della sua vita.

Non resta che tuffarsi in cucina (non quella appena arrivata, che servirà per i corsi) a cucinare.


Sempre lavori in  "corso"

27 aprile 2012

Orzo risottato

Torno a casa con in testa l'idea di fare un risotto con zucchini, gamberi e moscardini, infatti sono passata dalla pescheria e la mia borsa contiene il pesce, lo devo solo pulire, le zucchine che devo solo affettare e il riso lo trovo nella dispensa. Mi ghiaccio, cerco da tutte le parti, ma il riso è stato finito e non riacquistato, mi sembra di non avere alternative.
Riguardo, anche cambiando prospettiva, ma il risultato non cambia. Non è possibile, io predico che l'organizzazione ci fa risparmiare tempo e tengo sempre il biglietto della spesa in bella mostra dove deve essere norma appuntare tutto ciò che finisce. Non si può fare tutti i giorni la spesa, la benzina ha subito un'impennata tale, che la macchina è veramente diventata un bene di lusso, è qui che si fa di nuovo strada l'organizzazione, quando accendiamo il motore lo dobbiamo fare per sopperire a più bisogni.
Avevo già annunciato un risotto, e il risotto dovevo fare.  L'orzo!!!! Si l'ho sostituito con l'orzo.


ORZO 
E' uno tra le più antiche graminacee, penetrata in Europa prima del grano, adesso è coltivata in quasi tutte le parti del mondo adattandosi molto bene a tutti i clima e terreni anche quelli poco fertili.
La semina si effettua in ottobre-novembre e febbraio-marzo ed ha un ciclo vegetativo abbastanza 
corto  in alcune varietà si riduce a tre mesi.
Avendo pochissimo glutine si presta a una panificazione di focacce e di pani azzimi, lo troviamo usato 
adesso nelle popolazioni del Nepal e del Tibet per la confezione dei loro pani.
Nell'alimentazione usiamo l'orzo "mondo" o integrale più ricco di proprietà vitali e l'orzo  "perlato"con meno fattori nutrizionali quindi impoverito, come succede nella raffinazione del riso. 
I chicchi, dalla macinazione, offrono la farina e i fiocchi d'orzo e tostato il chicco, previa macinatura, ci offre la possibilità di gustarlo come bevanda.

Avevo già pronto il brodo vegetale e dopo aver pulito il pesce ho preparato il risotto di orzo:
ho affettato sottilmente un piccolo cipollotto di Tropea, gli zucchini 2 li ho fatti a striscioline fini, 
i gamberetti e i moscardini tutto insieme in una padella con un goccio di olio. Al momento che
il pesce ha procurato liquido ho versato l'orzo e allungandolo con il brodo vegetale caldo l'ho portato a cottura.  Sono passati molti minuti prima che giungesse in tavola, l'orzo si è bevuto molto brodo, ma il risultato non ha fatto rimpiangere il riso.                                   


31 marzo 2012

Zucchini ripieni di melanzane e mandorle

 Mamma mia quanti giorni sono passati dall'ultimo post, nel frattempo è sbocciata la primavera.
Abbiamo seminato il prato, un grande miscuglio di semi, il terreno è stato livellato, sono stati estirpati
i rimasugli  dell'orto dell'anno scorso, e l'orto spostato,  più concentrato in  aiuole diverse.
Adesso si aspetta che la natura faccia il resto, con trepidazione tutte le mattine corriamo a sbirciare
nel terreno se un filo di erba è spuntato. Abbiamo limitato il via vai dei cani che a mala voglia hanno accettato questo divieto, ma che, come al solito, hanno ubbidito senza tante spiegazioni.


Un buon pranzetto oggi: Zucchini ripieni di melanzana e mandorle.
Gli zucchini rotondi li ho sbollentati in acqua salata per 10 minuti e poi tolta la parte interna
che ho unito alla melanzana cotta in forno con la buccia, alle mandorle, ai pomodorini, foglie di basilico,
al parmigiano grattugiato, tutto nel frullatore a formare una purea.
Riempiti gli zucchini li ho fatti gratinare nel forno a 200°C fino a quando hanno mostrato una crosticina
sul ripieno  facilitata anche dal parmigiano grattato sopra.
Lo zucchino ripieno  si può mangiare anche tiepido in estate, classico è riempito di carne, di riso,
questo ricorda il pesto alla trapanese.


03 marzo 2012

La salsiccia, la polenta


Per chi già sente nell'aria la primavera non è il piatto più indicato, ma per me che vado sempre a letto
con la borsa dell'acqua calda era proprio quello che ci voleva. La polenta era stata messa in uno stampo rettangolare, era quella avanzata dal giorno precedente morbida, morbida e mangiata con olio extravergine e parmigiano.
Compattata nello stampo e tagliata a fette di 1/2 cm. è stata messa a grigliare nella gratella e fatta la crosticina superficiale ho messo, nel mezzo a due fette, la salsiccia cotta anch'essa nella gratella e tagliata
a rondelle. La polenta ha un sapore abbastanza leggero che si lega benissimo con sughi,  carni e pesci di grande potenza,  quindi è risultato un finger food molto saporito e stuzzicante adatto per essere un niente a seguire o per un'apertura di un convivio con cibi di struttura.

25 febbraio 2012

Radicchio, patate, acciuga



Amaro il radicchio, dolce la patata, connubio felice, stuzzicante l'abbinamento con l'acciuga.
Il cipollotto di tropea ha stufato nell'olio accompagnato dalle patate e dal radicchio di
Chioggia e dal radicchio di Castelfranco Veneto poi è stato accompagnato nel piatto 
dall'acciuga sciolta nell'olio caldo.

20 febbraio 2012

Fusilloni ai fegatini di pollo

                                                                                                                                                          
Usiamo i fegatini di pollo in primis per fare i crostini nello sciapo pane toscano, li usiamo per fare il
patè ed oggi insieme alla pasta.
Aglio, olio extravergine di oliva, salvia sono stati messi a scaldare in una padella e poi sono stati aggiunti i fegatini di pollo tagliati a dadini e sfumati con del vin santo dolce. Portati a cottura con l'aggiunta di sale e peperoncino. La cottura è abbastanza veloce non devono bruciarsi, devono rimanere abbastanza morbidi. Cotta la pasta è stata aggiunta con un po' di acqua di cottura al sughetto.

19 febbraio 2012

Lingua, champignon, salsa di acciughe.



La lingua di bovino, su non storcignate la bocca, è stata lavata e tenuta a bagno per tutta la notte, poi
messa a bollire in acqua e vino bianco con una cipolla, una costa di sedano ed una carota per 40 minuti.
E' stata spellata e successivamente sono passata al terzo stadio: ho fatto un battuto con cipolla, sedano, carota, rosmarino che ha soffritto in olio extravergine di oliva e poi ho aggiunto la lingua sfumando con vino bianco e, aggiunto il brodo, ho lasciato che arrivasse a cottura.
Di solito in Toscana la lingua viene mangiata con un pesto di acciugata e prezzemolo, come del resto tutto il bollito ed io ho aggiunto una salsa di olio con sciolta solo l'acciuga.
Ho cotto anche dei funghi con aglio e così ho voluto comporre gli strati: tagliata la lingua a fette ne ho fatto il primo, sopra il battuto di base della cottura, poi ancora lingua, funghi e così in successione,
a completare il piatto la salsa di acciuga.

16 febbraio 2012

W O K


























Piccoli tocchetti di manzo, fagiolini, pomodorini, semi di sesamo, salsa di soia, una grattatina
di zenzero stanno cuocendo nel wok.
Dovete sopportarmi ora mi è presa questa fissa, è un etensile speciale e duttile.
I fagiolini li ho sbollentati precedentemente nell'acqua per una decina di minuti.
I semi di sesamo sono stati scaldati in padella.
E l'aggiunta della salsa di soia mi gusta, a presto con altre preparazioni.

05 febbraio 2012

Ravioli radicchio, ricotta


























I ravioli radicchio rosso, ricotta li ho sempre fatti in questo periodo conditi con i porri e sempre hanno aperto varchi nei cuori di chi li assaggia.
Il radicchio è il rosso di Treviso stufato con cipolla fino a renderlo morbidissimo e la ricotta di pecora che  insieme a una grattugiata di parmigiano, fanno il ripieno.
La pasta sottile tirata con il mattarello.
I porri sono stati messi a stufare piano piano con olio e un po' di acqua ha portato a cottura il condimento per questi ravioli.

04 febbraio 2012

Ricette con le patate:#2 Terrina di patate, acciughe e alloro


























Ancora una ricetta con patate.
Le acciughe sono state lavate e sfilettate, sbucciate le patate tagliate a fette sottili.
Il fondo di una terrina è stata spennellata con olio di oliva extravergine e sono state poste nel fondo le foglie di alloro sopra tre strati di patate, spennellate anche'esse con olio, salate e pepate e sopra le acciughe e così fino in cima.
Infornare a 180° C con sopra un foglio di carta da forno per un'ora.
Lasciar raffreddare. Servirla fredda o tiepida.

Ricette con le patate: #1 Purè di patate
















 Le patate furono introdotte in Europa nel XVI secolo dagli spagnoli, la pianta è originaria del Sud America e in Italia si diffuse nel XVII secolo, all'inizio come pianta erbacea e in seguito per uso alimentare. Incominciò praticamente a diffondersi copiosamente solo nel 1800 quando furono sfatati tutti i tabù che la ritenevano una pianta legata alla stregoneria, anche l'aspetto non invogliava al consumo e non poco hanno dovuto fare i vari governanti per introdurne l'uso alimentare; si dice che in Francia venissero messe le guardie, la notte, alle coltivazioni cosicchè la popolazione ritenne questo tubero degno di apprezzamento; in Prussia nel 1651 per incrementare la coltivazione fu fatto un editto che puniva con il taglio del naso e delle orecchie chi si rifiutava di coltivare patate.


E anche in Italia ebbe le stesse vicissitudini degli altri paesi, ma quando fu accolta come alimento aiutò, in tutte le zone di coltivazione, gli abitanti a sfamarsi nei periodi più tristi e in tutte le regioni sono nate pietanze con base questo ingrediente.Una per tutte  la Liguria: entrano nella focaccia, nella trippa, nelle frittelle con pinoli, parmigiano e maggiorana, con i funghi in tortiera, nel pesto con i fagiolini a cuocere nell'acqua della pasta, nello stoccafisso. Sono entrate nella cucina popolare per dare più corpo al piatto aiutando pesci, carni, uova a dare più sostanza alla preparazione.




PURE'  DI  PATATE


Gli ingredienti sono noti, patate, latte, burro, un pizzico di sale e una grattugiata di noce moscata.


Per 4 persone vanno cotte 800g. di patate della stesa grandezza per una cottura omogenea, 80g. di burro e un bicchiere di latte.


L'acqua deve essere fredda e deve appena sobbollire per evitare che le patate si rompano e si impregnino di liquido, si aggiunge una manciatina di sale.
Si schiacciano le patate ancora calde con uno schiacciapatate.
Per un purè soffice e leggero, dopo aver aggiunto il latte caldo e il burro a tocchetti, rimettete su fuoco basso per pochi minuti e con una frusta sbattete energicamente in modo da incorporare aria.
   

28 gennaio 2012

La passata di fagioli e il farro

La passata di fagioli, un classico della cucina della mia regione: la Toscana.
I fagioli, come ingrediente, rientrano in tantissime preparazioni si parte dalle zuppe, si continua con i contorni ed è un legume che si usa in tutte le famiglie.
I fagioli sono quelli cannellini ed stato aggiunto il farro, anche la pasta può essere una buona compagna,
pasta piccola, o fatta con le uova, come fini taglierini. I fagioli sono cotti, senza metterli in ammollo,
in abbondante acqua salata e così anche il farro.
                                                                                                                                                                    
I fagioli sono 500g hanno cotto in acqua salata e il tempo di cottura varia a seconda della qualità del legume, si assaggiano e non si fallisce mai. Il farro è 300g. e anche per lui si fa la stessa cosa.
Al momento della loro cottura si mette uno spicchio d'aglio ad insaporire nell'olio extravergine, con un rametto di rosmarino e una punta di peperoncino e si aggiungono i fagioli. Si insaporisce il tutto e uniamo anche due cucchiai di passata di pomodoro, si allunga con l'acqua di cottura dei fagioli e, mentre 
sul fuoco la zuppa sta prendendo forma, si aggiunge anche il farro. Tutto sobbolle per una diecina di minuti. Il  piatto si può ricamare con una virgola di olio crudo.

La scelta

Una giornata di grande gelo, in Piemonte, ha accolto i due uomini di casa. Avevano un compito importante e difficile: scegliere il cucciolo che avrebbe fatto parte della nostra famiglia.
Il troppo amore che hai per loro ti porterebbe ad allargare le braccia e portarli tutti via, non lo puoi fare,
quindi ti affidi al feeling che si instaura con uno di loro.



                                             Questo è  BARDO

Bardo, poeta cantore dei popoli celtici si accompagnavano con strumenti simili alla lira, che si chiamavano crotta, disparvero dalla Gallia dopo la conquista romana, ma li troviamo ancora in Irlanda e
in Scozia. Cantavano poesie celebrative o elogiative, alla tradizione attinsero in tutta Europa e nacque la
poesia bardita dove il bardo era il poeta che traeva la sua poesia direttamente dal popolo con cui era a contatto.

16 gennaio 2012

I grissini



I grissini mi ricordano l'infanzia, da piccola era una scappatoia per non mangiare il pane per far contenta la mamma, la mia inappetenza era così dribblata: " la fetta di pane.... non l'hai mangiata! " " mammaaaa..
ho mangiato 10 grissini...e così tutti i giorni fino a quando ho incominciato a mangiare i grissini perchè di pane ne mangiavo troppo, la vita è un corso e  un ricorso.
Quante volte a scimmiottare davanti allo specchio, come una diva, per far finta di fumare con un lungo bocchino hollywoodiano e altrettante sono state le volte che ho messo in bocca un grissino per placare la smania, cercando di smettere di fumare.
Ma adesso grissini solo perchè grissini.
La ricetta l'ho trovata in una dispensa dell'Espresso di qualche anno fa.
  • Fari 00 g. 350
  • Acqua tiepida 170g.
  • Lievito di birra 8g.
  • Malto 5g.
  • Olio extravergine di oliva 50g.
Ho versato gli ingredienti nel Bimby, chi non lo ha può lavorare tutto a mano.
Aiutandomi con altra farina  ho formato una palla che ho coperto con un panno umido lasciandola  lievitare per 2 ore ad una temperatura di 25°C. ( io l'ho messa vicino al caminetto).
Passato il tempo della lievitazione ho spianato l'impasto, un po' per volta, all'altezza di 1 cm. e da questo, con un coltello affilato, ho tagliato tanti bastoncini che ho arrotolato a forma di grissini.
Una placca da forno foderata di carta li ha accolti spennellati con l'acqua e spolverati con i semi di sesamo.
Si lasciano lievitare ancora per 40 minuti quindi s'infornano a 200°C. per 15 minuti.


13 gennaio 2012

Stasera verdure e pasta, chiamiamolo minestrone con la pasta

Alcuni giorni si arriva con le scorte assottigliate e con zero voglia di muoversi per andare a fare la spesa
E' allora che bisogna tirare fuori l'inventiva e organizzare qualcosa di mangiabile con ciò che è
rimasto in frigo e nella dispensa.
Ci sono i cardi, ma no,no ci vuole veramente troppo: pulirli, cuocerli e quando sono lessati non ho ancora fatto niente, guardo meglio ho deciso: sedano, zucchino, porro, finocchiella, patata si facciamo un.....
chiamiamolo minestrone, a si, mettiamoci a cuocere la pasta.
 Le verdure sono state tagliate a tocchetti, non è stato fatto nessun soffritto, anzi sono state messe a cuocere tutte contemporaneamente nell'acqua a freddo fin dall'inizio, sale.
Poco prima della loro cottura è stato aggiunto una grattata di zenzero.
La pasta ha cotto il tempo necessario nel bel mezzo delle verdure.
Un filo di olio extravergine di oliva ha completato.